Leggendo l’ultimo post di Andreas ho ripensato alle parole che ho sentito nel pomeriggio di giovedì 8 maggio, durante il convegno organizzato dalla rete ICT della provincia di Lecco.

Il pomeriggio è stato all’insegna dell’esplorazione delle possibilità offerte dalle tecnologie nella scuola attraverso la proposta di 7 workshop molto variegati nella loro diversità. Io ho partecipato presentando l’esperienza della lista wii libera la lavagna e il sistema WiildOs, la lavagna digitale realizzata con software libero.

I laboratori sono stati introdotti da tre interventi: il dirigente Renato Cazzaniga, la conosciutissima nel mondo della scuola primaria Ivana Sacchi, e Alberto Ardizzone, anima della comunità Porte Aperte sul Web e prossimo dirigente scolastico a Merate.

immagine di Mario Lodi

Mario Lodi

In tutti e tre gli interventi è stata ricordata la figura di Mario Lodi, insegnante di scuola primaria recentemente scomparso, come modello di docente per una didattica di tipo laboratoriale, in cui i bambini riprendono il ruolo di protagonisti del loro apprendimento, una didattica che fa largo uso delle tecnologie dell’epoca per realizzare esperienze significative per i bambini. Riporta la pagina di wikipedia dedicata alla sua figura:

Nasceva così, con l’introduzione critica nella scuola italiana delle tecniche del pedagogista francese Celestin Freinet, un’impostazione pedagogica nuova e alternativa alla scuola trasmissiva di nozioni: il testo libero, il calcolo vivente, le attività espressive (pittura, teatro, danza, ecc.), la ricerca sul campo, la corrispondenza interscolastica, la stampa a scuola, la scrittura individuale di storie e di veri e propri libri.

Allora, ripensando alla mia esperienza con il software libero, e WiildOs in particolare, a quanto racconta il prof. Andreas nel laboratorio, alla figura di Mario Lodi, al suo modo di fare scuola, ecco che si è accesa la lampadina che mi ha fatto mettere in connessione tutte queste esperienze. E acquista ancora più senso, se mai lo avesse perso, il cercare di sperimentare vie nuove, indipendenti dalle proposte preconfezionate delle gradi case editrici, i libri di testo belli e pronti a cui dobbiamo adattarci, ma di cui ci lamentiamo.  Con Martina abbiamo iniziato un esperimento: il liblog. Un blog che vuole essere anche un libro, ma un libro in continuo divenire, che si modella rispetto alle esperienze che vengono fatte, rispetto a quanto potrebbe emergere dai commenti. In questo modo diventa libro significativo per chi ne usufruisce., magari meno bello, meno luccicante, ma più ricco di umanità, di significato e della scuola quotidiana che viviamo con i nostri bambini tutti i giorni.